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L’Ecologia dell’Anima

13 Ottobre 2021

La prima volta che ho sentito parlare di raccolta differenziata dei rifiuti, ho avvertito  dentro di me un forte richiamo ad un importante impegno.

Intorno a me ascoltavo i commenti delle persone, colleghi, famigliari, amici e vicini di casa: ognuno aveva una differente visione di questa nuova faccenda, e non ho potuto fare a meno di notare, col passare del tempo, che spesso le loro reazioni assomigliavano alla loro anima…o meglio, derivavano dalla loro essenza, dal loro modo di vivere la vita in modo più o meno spirituale.

L’apertura o la chiusura che mettevano nel dover dividere ogni rifiuto per tipologia, l’attenzione che decidevano di dedicare ad imparare dove andasse posta ogni singola cosa o parte di essa, mi riportava sempre più a “vederli dentro”.

Anche i loro commenti mentre condividevamo le nostre idee in proposito, mi aprivano finestre sulla loro interiorità e da un semplice sacchetto di caffè potevano trasparire vite e vite intere, vissute nella paura e nella solitudine o nell’apertura all’Amore.

Ed è così che sono giunta alla definizione di “Ecologia dell’Anima” per indicare un nuovo insegnamento che potevo dare all’umanità: come cambiare il proprio modo di vivere la vita, per fare in modo di “sporcarsi” energeticamente il meno possibile e dover così eliminare un quantitativo sempre minore di rifiuti energetici dal proprio corpo fisico e dalle proprie manifestazioni sottili.

Il principio è identico a quello su cui dovrebbe basarsi l’ecologia in generale, per limitare l’impatto ambientale dei rifiuti che produciamo per lavarci, vestirci, alimentarci e viaggiare: meno prodotti chimici e altamente inquinanti per l’uomo e per l’ambiente uguale meno scarti che fra centinaia di  anni vagheranno ancora su Gaia indisturbati e noncuranti del danno che stanno infliggendo alla nostra Madre Terra.

L’associazione che ho fatto fra il modo di differenziare la spazzatura e vivere la vita si basa sostanzialmente su questi tre punti:

  • Una scelta primaria:

decidere di acquistare prodotti con imballaggi poco voluminosi e poco dannosi per l’ambiente = decidere di incidere il meno possibile a priori con il proprio atteggiamento mentale e fisico, sull’”inquinamento energetico globale”. E vi posso garantire che al 99% davvero queste due cose coincidono!

  • Una scelta intermedia:

decidere di riciclare gli imballaggi e gli scarti dei prodotti sia tramite un loro intelligente riutilizzo, che con una loro attenta differenziazione prima della definitiva eliminazione = impegnarsi a vivere di energia propria, alimentandosi autonomamente in connessione con l’Energia Cosmica Universale, anziché sottrarla ad altri tramite “vampiraggi” energetici.

  • Una scelta ultima, ma non per questo di poca rilevanza, tant’è che sono tutte e tre talmente importanti da poterne invertire la sequenza con cui ne parliamo senza variare il risultato ottenuto:

acquistare per quanto possibile unicamente prodotti provenienti da materie prime riciclate o naturali e tassativamente non testate sugli animali = non fare agli altri ciò che non desideri venga fatto a te stesso…vivendo con empatia il quotidiano, nel rispetto del valore della vita altrui, della nostra Madre Terra e dei nostri fratelli Animali.

Ma torniamo a noi e a questa“Ecologia dell’Anima”.

In sostanza di cosa si tratta? Come trasformare tutte queste belle parole in realtà?

E soprattutto quanto siamo disposti a metterci in gioco quotidianamente per vivere in loro nome?

Nel corso degli anni, durante il mio lavoro di terapeuta, ho capito che l’ostacolo più alto da affrontare e superare per guarire se stessi, non è tanto il credere o non credere nel soprannaturale, negli Angeli o nella vita dopo la vita, bensì l’accettare di vivere responsabilmente le proprie esperienze.

La maggior parte di noi attribuisce al fato, alla sfortuna o a Dio la causa di ogni difficoltà che si ponga sul proprio cammino e si convince fin da piccolo di essere una vittima senza via di scampo di un disegno inintelligibile e insuperabile, se non con la sottomissione e la cosiddetta “fede”. Avere colpe infinite da scontare (“cos’avrò fatto mai di male per meritarmi questo?!” è una frase di rito che più e più volte mi sono sentita ripetere durante le sedute di terapia) è un must have fin dalla nascita. Cresciamo attorniati da conoscenti e famigliari che conversano fra loro di “disgrazie” varie e piangono un destino ineluttabile, un Peccato Universale più appiccicoso dell’omino di pece dei cartoni animati che vedevo da piccola e più nero del povero Calimero (che poi, guarda caso, nero non era proprio, ma era sufficiente lavargli via lo sporco!).

Ed ecco, è proprio questa in realtà la semplice soluzione: lavare via lo sporco, che non è però, come si potrebbe pensare, lo sporco di un’Anima macchiata di peccato, ma uno sporco energetico, frutto di migliaia e migliaia di anni vissuti nelle credenze, nelle superstizioni e nella caccia alle streghe fuori e dentro ognuno di noi…Uno sporco che si è incistato nei nostri corpi energetici, nella nostra memoria cellulare e che è fondamentale imparare a portare a galla e discreare.

Uno degli scopi di questo libro è proprio quello di insegnare ad ognuno da un lato a liberarsi dalla “spazzatura” energetica che si porta appresso, e dall’altro imparare a non crearne altra!  Ciò al fine di diventare sostanzialmente terapeuti di se stessi, non dipendere da un “Maestro” che faccia il lavoro al posto nostro e non farci cogliere impreparati quando la vita ci porrà di fronte alle prove che abbiamo scelto di vivere in questa incarnazione.

L’arma più potente di cui disponiamo è il nostro pensiero; la capacità della nostra mente di creare condizioni e situazioni non ha eguali, solo che, purtroppo, ben pochi ne sono consapevoli e ancora meno sanno metterlo in pratica.

Chi crede nei miracoli alzi la mano!!!

Poi la alzi di nuovo chi ha capito cosa significa avere fede…

E poi ancora la alzi chi dice di non credere in Dio… avendo però capito veramente di “chi” si tratta!!! Eh già, perché se puoi affermare di credere o non credere in qualcosa o in qualcuno, dovrai prima avere le idee chiare al riguardo e, come minimo, sapere esattamente di chi o di che cosa si stia parlando…!!

Si è vero…sono già stata bruciata ed uccisa in molti altri modi nelle mie innumerevoli vite, a causa di questa mia linguaccia che non sa stare al suo posto…e la lezione non mi è ancora servita! E meno male…poiché fintanto che ce ne staremo zitti zitti per paura o desiderio di compiacere i più, non saremo mai liberi di sperimentare appieno le nostre esperienze di vita e continueremo ad incarnarci in un loop senza fine, intrappolati dalla ragnatela della paura di manifestarci nella nostra essenza più pura e autentica.

Ma procediamo con ordine: la condizione fondamentale affinché si possano riconoscere ed utilizzare appieno le potenzialità della propria mente, è quella di ammettere di “essere noi stessi Dio”.

E qui facciamo una pausa riflessiva: affermare di essere noi stessi Dio significa riconoscere l’essenza di cui siamo fatti.

Immaginiamo di avere dinnanzi a noi uno specchio immenso, ecco, quello è Dio.

Adesso pensiamo di staccarne un pezzettino piccolissimo, così piccolo che risulta impossibile vederlo ad occhio nudo. Ognuno di questi pezzettini rappresenta un’anima che si stacca dal Tutto per incarnarsi. Ma se osserviamo questo infinitesimale “pezzettino” di Dio ad un microscopio, vediamo che la materia di cui è fatto è identica a quella di cui è composta la Fonte da cui proviene, così come lo è la sua capacità di riflettere le immagini, solo un po’ più in piccolo. Ecco quindi spiegato, dal mio punto di vista, chi siamo noi e perché possiamo affermare di essere Dio.

A questo punto, allora, così come il piccolissimo frammento del grande specchio mantiene le sue capacità riflettenti, così noi ovviamente manteniamo tutte le potenzialità divine:

Creare la nostra vita, discreare ciò che non ci occorre e compiere miracoli!